Il paesino coloniale e ultimo ritorno a Bogotá 

Mi sveglio a Villa de Leyva con il belato di una capretta che scorrazza libera per la strada. 
Mi preparo velocemente per uscire e visitare il centro abitato. 

Villa de Leyva fu fondata dagli spagnoli e mantiene tutt’ora un’architettura prettamente coloniale. Qui poco è cambiato nel tempo e giustamente sembra di essere in Spagna o in Alentejo in Portogallo più che in Sudamerica. 

Il ciottolato della piazza dev’essere un incubo per chiunque porti i tacchi!

Il fine settimana sembra venga invaso da bogotani in cerca di pace e idillio bucolico, ma durante la settimana è tutto molto più tranquillo. Villa de Leyva è così sonnecchiante che appunto, non vedo quasi nessuno in giro e molti negozi sono chiusi o vuoti.

 




Contavo di starci il più possibile e poi prendere un bus per Bogotá verso il primo pomeriggio ma devo dire che il centro è così piccolo che nel giro di due ore già non so più che fare, quindi sorseggio una cioccolata calda fatta con del cacao locale e studio la via del ritorno.


Le borse tradizionali colombiane, le mochilas. A Villa de Leyva le fanno in uno stile tutto loro, meno decorate e in lana grossa

Una delle mie cose preferite in Colombia. I ghiaccioli fatti in casa!

È anche questo il bello di viaggiare nella modalità in cui sto viaggiando: se un posto piace è sempre possibile starci un po’ più a lungo, e se si rivela non proprio nelle nostre corde o se la visita non necessita di molto tempo è facile spiccare il volo e dedicarsi ad altro. 
Prendo il bus delle 12:30, un minivan di certo non lussuoso ma decisamente dignitoso e… non ci crederete mai. Partiamo alla mezza spaccata. 
Contenta per l’inaspettata puntualità mi metto comoda e mi godo il paesaggio per le prossime 4 ore di viaggio. 
Arrivando a Bogotá in realtà ci mettiamo ben un’ora dall’entrata nella città al terminal degli autobus, tra traffico e autista che si ferma ogni tre secondi per far salire e scendere varie persone che utilizzano il servizio per spostarsi da casa a lavoro e i venditori ambulanti che cercano di venderci ogni sorta di leccornia e libazioni. 
La sera mi ritrovo con uno dei due amici fatti a Medellín e che ora stanno passando qualche giorno nella capitale, dall’indomani loro partiranno verso sud e anche io pian piano mi sposterò più a nord. Dopo cena ci salutiamo ripromettendoci di rivederci un giorno da qualche parte nel mondo: così sono le amicizie fatte on the road , le poche ore che si passano insieme sembrano giorni e si creano bei legami. 
È sempre interessante vedere come si rapportano i viaggiatori in solitaria con il resto delle persone. Dopo qualche settimana si comincia ad entrare in una logica per cui si cerca il contatto umano: viene spontaneo e sempre più facile parlare con persone sconosciute e aprircisi, parlando della propria vita, le proprie idee, aspirazioni, paure. Si finisce per trattare tutti come potenziali amici e ci si prende dentro ad ogni occasione per avere un po’ più di compagnia, nel visitare qualche posto o anche semplicemente per dividere un pranzo. C’è poi quel vecchio desiderio di voler avere qualcuno al nostro fianco con cui condividere i momenti unici e le esperienze vissute in un viaggio così importante, ed è sempre bello poter pensare che c’è qualcuno al mondo con cui potrei inviare una conversazione sui bei tempi vissuti per esempio a Cusco o a Medellín. 
Non c’è viaggiatore in solitaria che non sia aperto e comunicativo: era proprio vero quello che diceva Jørgen, si è soli solo se lo si vuole. 
I miei giorni in Colombia stanno scadendo e oggi mi rimane tutta una giornata a Bogotá senza molto da fare. Mi dedico alle ultime compere e a riorganizzare nuovamente lo zaino per prepararmi alla prossima grande meta, che come per “ tradizione” vi svelerò solo all’ultimo momento. 

Tre settimane e mezza in Colombia sembrano molte ma a me sembra di aver appena grattato la superficie di un paese così complesso e multi sfaccettato. Più tempo rimango e più mi rendo conto di quante cose mi rimangono ancora da vedere. Tanto meglio, significa che dovrò assolutamente ritornare. 
La situazione politica in Colombia si è recentemente stabilizzata permettendo l’arrivo del turismo in tutta sicurezza, e spero che le cose continuino così ancora per molto tempo. 

Nel dubbio io vi consiglio di approfittarne e lanciarvi alla scoperta di questo meraviglioso paese pieno di perle, dai paesaggi alla sua calorosissima gente, ora che si è aperta questa finestra. Conosco pochi paesi al mondo che abbiano così tanto da offrire sia al turista alle prime armi che al viaggiatore incallito che ormai non si fa più impressionare facilmente. 

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